1754 2024 Cento città compie 270 anni


Il 19 dicembre del 1754 Papa Benedetto XIV, nato Prospero Lorenzo Lambertini, emana una bolla che eleva Cento al rango di città; il testo di tale documento venne letto ufficialmente alla cittadinanza il giorno 2 gennaio 1755.


Bulla SS. Domini Nostri Papæ Benedicti XIV qua illustris terra Centum nuncupata in civitatem erigitur, et instituitur.


«Sane inter Panarum, et Rhenum amnes æquali ferme distantia a Bononia et Ferraria Civitatibus Nostris extat illustris Terra, Centum nuncupata, quæ spiritualibus Archiepiscopali Ecclesiæ Bononiensi Subest, in temporalibus autem per pro tempore existentem Apostolicæ Sedis Legatum Ferrariae constitutum regitur: ac Civium frequentia, honestarum Familiarum copia, Virorum illustrium fama, Artium cultu, Ӕdificiorum elegantia, Ecclesiarum etiam, Cenobiorum, aliorumque piorum Locorum numero, ipsaque Agri ubertate, et amplititudine, supra plurimas Pontificiæ Ditionis Nostræ Terras longe excellit; ideoque digna videtur, quæ illustriori Civitatis titulo, atque huic adnexis convenientibus praerogativis condecoretur».


L'ambito riconoscimento premiava un nucleo urbano in rapida crescita, vediamone le principali motivazioni elencate da Benedetto XIV nel documento stesso: (da un articolo di Roberta Frabetti pubblicato su la Piazza num. 1 gennaio 1988)


"CIVIUM FREQUENTIA"

intesa come elevato numero di persone che fanno parte della comunità, della sua economia e delle sue istituzioni e contemporaneamente come stabile presenza in un centro da parte di più persone che conferiscono ad esso dinamicità propria di luogo di lavoro, di produzione, di scambio.

"HONESTARUM FAMILIARUM COPIA"

vale a dire la dimensione sociale avente come elemento base la famiglia insediata nel fondo di proprietà e della Partecipanza Agraria e che da sola non copre l'intero ciclo di lavorazione dei prodotti, in quanto alla produzione agricola è necessaria l'integrazione artigianale, nonché l'avviamento sul mercato; queste famiglie sono dette "honestae", pertanto moralmente positive e questo ci fa intendere come alla base della città sia presente un insieme di comportamenti sociali e atteggiamenti culturali precisi.

"VIRORUM ILLUSTRIUM FAMA"

gli uomini illustri svolgono la funzione di coronamento ideale che ogni città, già costituita sia economicamente che socialmente, deve possedere.

"ARTIUM CULTU"

anche questa citazione è da considerarsi importante, in quanto una delle peculiarità della città è certamente la sua identificazione come "luogo di cultura e di arti", organismo che conserva e codifica gli elementi culturali presenti al suo interno, imprimendo loro specifiche caratteristiche."

"ӔDIFICIORUM ELEGANTIA, ECCLESIARUM ETIAM, CAENOBIORUM, ALIORUMQUE PIORUM LOCORUM NUMERO"

vale a dire la caratterizzazione spaziale e geografica della città che si popola di edifici sempre più complessi; le sue vicende storiche e ideologiche sono presenti all'interno del suo tessuto edilizio e nei monumenti, espressioni formali e funzionali del'potere: sostituzioni, restauri o abbattimenti sono indicazioni della sua storia, donde il carattere di luogo architettonico in continua trasformazione, mai statico: le città ideali sono soltanto il sogno raramente realizzato di architetti utopistici.

"IPSAQUE AGRI UBERTATE ET AMPLITUDINE"

vale a dire la considerazione del fattore economico, dell'agricoltura, con l'elogio della produttività degli elementi che ne sono il fondamento: i campi; se pensiamo alle concessioni di fondi che sin dal XIII secolo vennero effettuate dai vescovi bolognesi per incrementare la bonifica e la coltivazione del territorio e che sono alla base della futura istituzione della Partecipanza Agraria, maggiormente possiamo comprendere il significato globale di tale affermazione: essa non consiste solo in un elogio alla produttività agricola centese bensì in un consapevole accenno al ruolo propulsore che la Chiesa ha avuto in essa in virtù delle sue concessioni territoriali a carattere enfiteutico: Cento viene dichiarata città per questi motivi; dunque, ma non dimentichi,- pare essere questo l'accenno, quali sono le premesse a questa sua nuova condizione.


A cura di Andrea Gilli